Benessere fisico, mentale e sociale. È in questi termini che l’OMS parla di salute. Stare bene non significa solo essere in uno stato di assenza di malattia. Si realizza nella presenza contemporanea di queste componenti. Corpo, mente e socialità sono ambiti strettamente legati tra loro. Se uno solo dovesse mancare sarebbe messa in discussione il benessere complessivo dell’individuo.
Il concetto è ribadito dall’OMS in occasione della Giornata Mondiale della Salute celebrata come ogni anno il 7 aprile. Tema centrale dell’edizione 2023 è “Salute per tutti”. L’accesso alla salute deve essere garantito a chiunque, in qualsiasi parte del mondo, in qualsiasi momento. Anche a lavoro? Certo! Trascorriamo una parte consistente della giornata lavorando. Non è possibile pensare al proprio benessere senza considerare che debba essere prerogativa anche del tempo che trascorriamo in tale sede.
La stessa organizzazione cita il lavoro tra gli ambiti entro i quali deve essere promosso il benessere affermando che “nel corso dei decenni, l’OMS ha affrontato sfide chiave per la sua missione: guidare gli sforzi per migliorare le condizioni sociali in modo che le persone nascano, crescano, lavorino, vivano e invecchino in buona salute”.
Il lavoro è un passaggio fondamentale nell’esperienza della vita. Ne assorbe una percentuale consistente. Deve poter essere svolto nelle migliori condizioni possibili. Per la realizzazione di questo obiettivo si deve investire in politiche attente alla gestione delle persone e in tecnologie che possano coadiuvare le singole mansioni, rendendole meno onerose sul piano dello sforzo fisico e più performanti in chiave di sicurezza.
Ma il lavoro, al quale ci prepariamo sin dagli anni degli studi, per il quale progettiamo e pianifichiamo la nostra esistenza, che sin da bambini abbiamo sognato, non può essere solo una meccanica prestazione fisica o mentale che siamo disposti a fornire per ottenere un compenso. Una buona esperienza lavorativa va oltre il meccanismo metabolico che trasforma il nostro impegno in mezzo di sostentamento. Il lavoro che ovunque dovrebbe essere garantito, deve essere anche qualitativamente remunerante. Deve permetterci di soddisfare il dettame dell’articolo 36 della nostra Costituzione per il quale “il lavoratore ha diritto ad una retribuzione […] sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa”. Deve essere il luogo nel quale, oltre a poter esprimere le proprie competenze, ognuno possa trovare momenti e spazi per poter sperimentare la propria personalità. Non siamo macchine ma un complesso meccanismo materico ed emozionale. Per funzionare correttamente è necessario che questi due elementi coesistano e si alimentino l’uno dell’altro.
Se durante le ore di “fatica” abbiamo occasioni per sviluppare una sana socialità possiamo ambire a soddisfare il requisito di salute così come proposto dall’OMS: la somma tra benessere fisico, mentale e sociale. In tutto questo la sicurezza svolge un ruolo dogmatico: non ci può essere salute senza sicurezza. E non solo perché l’assenza di sicurezza è germe di incidenti e malattie professionali ma anche perché è causa di un malessere che si annida nella consapevolezza di operare in presenza di un rischio costante. Tali condizioni generano ansia, stress. I presupposti per quelle disattenzioni che sono alla base degli incidenti più gravi, di cui quasi quotidianamente ci racconta la cronaca, e dei tantissimi piccoli infortuni di cui non sentiremo parlare ma che costantemente affollano i tabulati dell’INAIL.
La Giornata Mondiale della Salute è fondamentale per aziende che, come Base Protection, sono impegnate nella produzione di dispositivi di sicurezza per il lavoro. La nostra mission è progettare calzature antinfortunistiche che siano anche veicolo di comfort. Crediamo che il comfort generi sicurezza addizionale. Indossare scarpe comode riduce le occasioni di distrazione. Facilita i rapporti interpersonali. Attiva quel circuito di benessere che comprende lo stato fisico, mentale e sociale di cui oggi celebriamo la ricorrenza.
EDGE