SCEGLIERE

Sto facendo abbastanza? Per salvare il mio habitat, sto davvero facendo tutto ciò che è nelle mie facoltà? E cosa posso fare nel mio microcosmo di individuo? Sono solo uno di otto miliardi. Che influenza potrebbe avere il mio agire?

Sarebbe nullo se restasse ristretto all’azione singola. Potresti adoperarti in mille modi. Decidere di vivere in stile amish. Ridurre i consumi. Ridurre gli acquisti. Ridurre gli sprechi. Ma vedresti l’ambiente in cui vivi deperire giorno dopo giorno con un ritmo sempre più elevato.

Per salvare il pianeta abbiamo bisogno dell’azione congiunta e coordinata di tutti. Le nazioni hanno fallito. Non riescono a trovare un modo univoco per affrontare il problema. Troppi interessi. Tocca ai singoli. Giornate come quella che celebriamo oggi (GIORNATA MONDIALE DELLA TERRA) serve a questo: sensibilizzare ognuno di noi a prendersi cura del pianeta. Ti sembra un’impresa troppo grande? Vogliamo ridimensionarla? Poniamola in questi termini: ognuno deve essere sensibilizzato nel prendersi cura della porzione di pianeta in cui vive. Mi pare un approccio più realistico. Ognuno responsabile dei suoi pochi metri quadrati che quotidianamente “consuma”.

I consumi sono il vero nodo della questione. La società moderna ha a disposizione un catalogo smisurato di prodotti da acquistare e consumare. Forse troppi. Forse non tutti necessari. Ma il punto non è la quantità. È la qualità.

Le scelte che compiamo come consumatori sono determinanti. Possiamo scegliere cosa acquistare. Possiamo prendere informazioni su uno specifico prodotto. Comprendere in che modo viene realizzato. Confrontarlo con referenze dello stesso genere. Dobbiamo diventare responsabili dei nostri acquisti come le aziende devono esserlo del loro modo di stare sul mercato. Abbiamo questo potere: scegliere. Se le scelte di ognuno cominciassero ad orientarsi verso prodotti ecosostenibili, il business di chi non si adegua si esaurirebbe. Sarebbe costretto a convertire il suo sistema produttivo. In alternativa sarà costretto a chiudere.

Ma a volte, non basta sapere che un oggetto deriva dalla lavorazione di materiali riciclati. È necessario indagare sui consumi energetici impiegati per alimentarne la produzione.

È il caso dei puntali non metallici SlimCap e SpaceCap di Base Protection. Un’analisi del processo produttivo ha dimostrato che la lavorazione delle materie prime selezionate da Base Protection per ottenere queste componenti delle scarpe antinfortunistiche permette di ottimizzare i consumi di energia. Di ridurre le emissioni di CO2. L’impatto ambientale di questi puntali, realizzati in tecnopolimeri, è al di sotto del dato registrato per la lavorazione di materie prime termoindurenti. L’energia richiesta per la loro produzione, come descritto nell’articolo scientifico dal titolo “Life cycle impact assessment of safety shoes toe caps realized with reclaimed composite materials”, è inferiore  del 40% rispetto a quella impiegata per produrre puntali realizzati con altre materie prime vergini o riciclate. La differenza la fa il sistema produttivo che per i puntali SlimCap e SpaceCap utilizza un sistema di iniezione e per i puntali in fibre di carbonio e di vetro si affida ad un processo di compressione. Iniettare è un processo meno energivoro. Più ecocompatbile.

Il consumatore moderno ha una grande responsabilità sul futuro del pianeta. Scegliere cosa e come fare compere, oggi, non significa solo sfogliare un catalogo, valutare il prezzo, acquistare. Lo shopping deve essere consapevole. Ci si deve impegnare in questo esercizio: informarsi, leggere le etichette, le note informative, le schede tecniche.